Analisi del testo poetico “Città vecchia” di U. Saba e confronto con l’omonima canzone di Fabrizio De André, dal blog http://poesiamusica.files.wordpress.com Il quartiere più antico e più malfamato di Trieste è popolato da personaggi umili e squallidi, “detrito di un gran porto di mare”, governati solo dai loro impulsi più infimi. Saba legge nei volti, nei gesti e nelle parole di questa gente ai margini del vivere borghese, la condizione profonda di tutta l’umanità, la fusione di vita e dolore insita in ogni creatura. La verità che in esse si manifesta è espressione del divino e l’autenticità della loro bassezza purifica il pensiero poetico. Il componimento presenta una struttura metrica articolata in 4 strofe. La più regolare è la prima, composta da endecasillabi di stampo classico con rima incrociata, ma con assonanza tonica ai vv. 1e 4. La lunghezza dei versi sostiene la narrazione e sembra assecondare il lento e timoroso procedere del poeta mentre attraversa il quarti