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Il falso problema di Ugolino

"Non ho letto (nessuno ha letto) tutti i commentari danteschi..." Scriveva J.L. Borges nel suo saggio sul XXXIII Canti dell'Inferno. Forse non vale nemmeno la pena di leggere tutti i commentari danteschi per affrontare una questione letteraria che sappiamo già in partenza non potremo essere certo noi a risolvere. Tuttavia l'antico dubbio su quello che è successo/non è successo a Pisa dentro la Torre della Muda, sul finire dell'inverno del 1289 non ci lascia indifferenti. Noi nanetti, inoltre godiamo di due vantaggi rispetto al gigante argentino: 1. Siamo 20 e la fatica condivisa fa meno paura 2. Abbiamo a portata di click centinaia di commenti, grazie all'impagabile lavoro di digitalizzazione del DDP Dartmouth Dante Project di Robert Hollander e dei collaboratori dell'Università di Princeton Visti i nostri privilegi non possiamo essere da meno di Borges: facciamo 11 gruppi e ci prendiamo ognuno 15 dei 166 commenti che risultano dal  motore d...

Petrarca vs Dante

Petrarca VS Dante e View more presentations from Michele Mazzieri . Sei sonetti di Francesco Petrarca letti dalla voce di Nazzareno Luigi Todarello VITA DEL POETA Elenco di punti da inserire nella mappa dantesca Link per modificare la mappa: https://www.google.com/maps/d/edit?mid=zi_DvGaxQins.kBhdYjq7TqiE&usp=sharing Petrarca View more PowerPoint from Agati Mario

L'ALTRO MANZONI (Il 5 Maggio /Miriam Gaudio: Adelchi - testo, parafrasi)

Miriam Gaudio: ALESSANDRO MANZONI - Adelchi - testo, parafrasi, commento del coro dell'atto IV ADELCHI (1822 pubblicata a Milano) – Coro atto IV: Ermengarda - Caratteristiche delle tragedie 1. rifiuto delle unità aristoteliche (unità di luogo, di tempo, di azione = il fatto deve essere un unico) » romanticamente pensa che le regole e gli schemi limitino la libertà dell’autore 2. rifiuto della finzione mitologica » considera la mitologia come la cosa più lontana dal Vero 3. scelta dell’argomento storico accuratamente ricostruito 4. divisione in 5 atti 5. presenza di cori (come le tragedie greche) » due nel Conte di Carmagnola e due nell’Adelchiù » il coro è un momento di riflessione sulle domande che la vicenda suscita nell’autore 6. non sono scritte per la declamazione ma per essere messe in scena Dedica questa tragedia a sua Moglie Enrichetta, è un monumento alla sua tomba: Alla diletta e venerata mia moglie, Enrichetta Luigia...

SUL ROMANTICISMO

VOCI DEL ROMANTICISMO EUROPEO Scarica il file e stampa almeno gli interventi di Friedrich,  Delacroix e Baudelaire  1. CASPAR DAVID FRIEDRICH [1830] Nelle " Osservazioni su una collezione di dipinti di artisti " afferma: 1. il principio dell’arte come espressione del sentimento, della spiritualità; 2. la consacrazione della vita all’arte; 3. il principio dell’originalità; 4. l’idea che l’arte contenga l’infinito; 5. il rapporto privilegiato che l’artista instaura con la natura al fine di assorbirne lo spirito e trasferirlo nel dipinto; 6. la preminenza assoluta al paesaggio. Il sentimento dell’artista è la sua legge. Il puro sentire non può mai entrare in contrasto con la natura, ma deve armonizzarsi con essa. Il sentimento di un altro non può mai esserci imposto come legge. L’affinità spirituale produce opere simili, ma è ben lontana dall’imitazione. Nonostante tutto quello che si può dire delle opere di uno e nonostante la loro somiglianza...

Carlo Goldoni: stroncature e ricordi di Pavia

Sul soggiorno a Pavia (dalle Memoires ) Nella sua autobiografia, Carlo Goldoni, che fu certamente il più illustre alunno del Ghislieri nei primi due secoli della sua storia, rievoca con una prosa divertita e brillante gli anni trascorsi a Pavia (1723-1725). Goldoni non completò gli studi in tale sede, in quanto venne espulso dal Collegio e costretto a lasciare precipitosamente la città sulle sponde del Ticino, per aver composto una satira oltraggiosa nei confronti di fanciulle pavesi. "In questo Collegio eravamo ben nutriti e alloggiati benissimo, avevamo la libertà di uscire per andare all’Università e noi andavamo dappertutto. L’ordine era di uscire a due a due e di rientrare allo stesso modo, ma noi ci lasciavamo alla prima svolta di strada dandoci appuntamento per rientrare. Anche se rientravamo soli, il portiere intascava la mancia e non ne faceva parola (…)" Goldoni non ebbe in vita il riconoscimento che meritava. nemmeno subito dopo la morte. Ci voller...

Goldoni e la riforma del teatro

Consideriamo testo del "programma", quello da conoscere, insomma, perché oggetto di verifica orale i "Rusteghi", uno dei capolavori indiscutibili di Carlo Goldoni.  Dai i Rusteghi impariamo tante cose: la nascita del teatro borghese a Venezia, la prima città dotata di un'ampia classe borghese, l'importanza del carnevale. Sentiamo suonare la lingua venexiana, in un periodo in cui, sebbene nello Stivale le lingua letteraria sia da secoli il fiorentino, tuttavia la divisione politica rende perfettamente legittima la scrittura in volgare locale.  Vediamo rappresentata nei Rusteghi (in scena per la prima volta al teatro di San Luca alla fine del Carnevale del 1760) come delle migliori pièce goldoniane la nostra natura in modo bonario ma impietoso. I "rusteghi" spiega Goldoni nelle sue Mémoires sono «uomini di rigida maniera ed insociabili, seguaci degli usi antichi, e nemici terribili delle mode, del divertimento e delle conversazioni del sec...

COSTUME E MASCHERA DEL CAPITANO (http://www.kartaruga.it/)

Le braverie del Capitan Spavento Il costume del Capitano A sottolineare il suo carattere vanitoso contribuisce il  costume sgargiante , perché a strisce gialle e rosse. Gorgiera, cappello piumato e una spada mai usata completano l’abito di scena. I colori dell’abito, inoltre, ricordano quelli dei lanzichenecchi. Il Capitano aveva solo raramente una  maschera , molto simile a quella dello  Zanni , dalla quale però si discosta per le sopracciglia corrucciate che gli conferiscono un’espressione più intimidatoria di quanto non facciano le sue parole. Il Capitan Spaventa di Andreini, però, non è sbruffone come il Capitan Matamoros o Capitan Fracassa: è una maschera colta, un sognatore che, come i mercenari dell’epoca, fatica a trovare il proprio posto nel mondo. Un uomo con un’enorme sete d’avventura, che però spesso non riesce più a vedere la differenza tra realtà e sogno. Quello che, in fondo, capita anche al Tony di  Parnassus , che indossa proprio questa ...

Galileo quiz

Vita di Galileo Galilei

1611

Gerusalemme Liberata Canto VI - Erminia

vedi su torresani.edu  Erminia, fingendosi Clorinda di cui ha preso le armi, esce dalla città per recarsi all'accampamento cristiano. Consapevole dei pericoli che corre, chiede allo scudiero che l'accompagna di anticipare a Tancredi il suo arrivo. Mentre attende impaziente il ritorno del suo fedele, contempla il cielo stellato e le tende in cui vive il cavaliere da lei segretamente amato. Era la notte, e 'l suo stellato velo chiaro spiegava e senza nube alcuna, e già spargea rai luminosi e gelo di vive perle la sorgente luna. L'innamorata donna iva co 'l cielo le sue fiamme sfogando ad una ad una, e secretari del suo amore antico fea i muti campi e quel silenzio amico. Poi rimirando il campo ella dicea: - O belle a gli occhi miei tende latine! Aura spira da voi che mi ricrea e mi conforta pur che m'avicine; così a mia vita combattuta e rea qualche onesto riposo il Ciel destine, come in voi solo il cerco, e solo parmi che trovar pace io ...

La Gerusalemme liberata

Gucciardini e il tramonto del Rinascimento

La Mandragola e il teatro nel Cinquecento

Nel Cinquecento, grazie al recupero e alla traduzione nelle diverse lingue volgari, da parte degli umanisti di numerosi testi classici greci e latini, sia testi teatrali come le commedie di Plauto e Terenzio e le tragedie di Seneca, sia opere teoriche come la Poetica di Aristotele (tradotta per la prima volta in latino dall'umanista Giorgio Valla nel 1498) il Teatro tornò ad avere un ruolo centrale nel panorama culturale italiano ed europeo I nuovi generi furono la commedia , la tragedia , il dramma pastorale ; si continuò comunque anche nella tradizione medievale della Sacra rappresentazione che ebbe numerosi esponenti anche nel corso del Rinascimento. Per le rappresentazioni, inizialmente ospitate nei saloni e nei giardini, nella seconda metà del secolo vengono costruiti i primi teatri di cui sono mirabili esempi: il  Teatro Olimpico di Vicenza ( 1580) progettato dall'architetto Andrea Palladio , il primo e più antico teatro stabile coperto dell'ep...

La mandragola nel Novecento

La Mandragola è un film del 1965 diretto da Alberto Lattuada con protagonisti Rosa Schiaffino e Philippe Leroy.  La trama è esattamente la stessa della commedia teatrale, sebbene vi siano state aggiunte delle scene o le stesse siano state rese in maniera differente rispetto al corpus originario. Vedi maggiori dettagli su https://it.wikipedia.org/wiki/La_mandragola_(film_1965) La mandragola ; regia di Roberto Guicciardini; musiche e canzoni Benedetto Ghiglia. Storica rappresentazione messa in onda dalla RAI nel 1978. MANDRAGOLA Callimaco   - Chi è quel che mi vuole? Messer Nicia   - Bona dies, domine magister. Callimaco   - Et vobis bona, domine doctor. Ligurio   - Che vi pare? Messer Nicia   - Bene, alle guagnele! [...] Callimaco   - Egli è la verità; ma, a volere adempiere el desiderio vostro, è necessario sapere la cagione della sterilità della donna vostra, perché le possono essere più cagione: nam ca...

Machiavelli: vita e opere minori

  L'epistolario   Il Principe Notevole montaggio realizzato dagli alunni del Liceo Scientifico di Altamura utilizzando frammenti di Bignomi, di fiction televisive  e video originali La mandragola (treccani.it) Sin dai primi anni del Cinquecento inizia una vera e propria produzione teatrale in lingua volgare. Destinatario è il pubblico delle corti, gli spettacoli sono allestiti in sale adattate per l’occasione durante feste o celebrazioni particolari. Nel 1518, Machiavelli scrive la Mandragola, a pochi anni dai primi esperimenti di Ariosto (La Cassaria del 1508 e I Suppositi del 1509) e del Bibbiena (La Calandria del 1513).    L’opera, che fu rappresentata in occasione delle nozze di Lorenzo de’ Medici, il duca di Urbino, nipote del Magnifico, ebbe molto successo e venne pubblicata e replicata numerose volte. TRAMA Il giovane e ricco Callimaco, tornato da Parigi a Firenze si serve dell’aiuto del parassita Ligurio per sedurr...

Petrarca Alcuni sonetti del canzoniere

Sei sonetti di Francesco Petrarca letti dalla voce di Nazzareno Luigi Todarello

Dante nella “Commedia”: doppio ruolo, duplice scopo

Il testimone/autore che ha “visto”, “compreso” e rende lode e il pellegrino/personaggio che indica la “strada” percorrendola insieme al lettore. di Claudio Mengarelli  Nel periodo che segue la morte di Beatrice, Dante ha un “profondo smarrimento” che lo porta a riflettere sul senso della vita. Utilizza, quindi, la figura retorica dell’allegoria, con la quale un concetto viene evidenziato attraverso un'immagine che ne “sintetizza/illustra” il senso, per produrre un'opera in cui esprime le sue idee le sue riflessioni e la sua visione del mondo. Visualizza tutto questo come un viaggio di sette giorni, attraverso i tre Regni metafisici, a cui si rifà la teologia Cristiana, per inquadrare la vita ultraterrena, in attesa del Giudizio Universale: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Il suo è un viaggio di salvezza che conduce dall’oscurità alla luce, dallo smarrimento (la selva oscura), alla comprensione degli errori compiuti, dal male al bene, dalla bestialità dell’uomo (l...