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Visualizzazione dei post da 2011

esercizio 3: trova la frottola

L'articolo proposto di seguito contiene alcune delle più sconcertanti "verità", o delle frottole più  sfacciate, nelle quali mi sono imbattuto quest'estate. Siccome, fino a prova contraria (così funziona la ricerca storica), anche l'ipotesi più strampalata può essere sostenuta, vi invito a esaminare l'articolo per vedere se quelle che a prima vista, sembrano fantasticherie insupportabili siano invece delle ipotesi scientifiche degne. Non fatevi influenzare dal pregiudizio negativo del vostro professore, ma cercate di analizzare in modo oggettivo  il contenuto dell'articolo. Come si fa:  1. si divide l'articolo in"sequenze": si esamina pezzo per pezzo il "pezzo" e si isolano le tesi. 2. si verifica come le tesi sono collegate tra loro.  3. si verifica quali argomentazioni (cioè quali spiegazioni) vengono portate per giustificare. la fase 4 è la più complicata: è quella nella quale si verifica l'attendibilità dell'ar

...a Filippo Argenti!

  Noi ricidemmo il cerchio a l'altra riva sovr'una fonte che bolle e riversa per un fossato che da lei deriva. 102 L'acqua era buia assai più che persa; e noi, in compagnia de l'onde bige, intrammo giù per una via diversa. 105 In la palude va c' ha nome Stige questo tristo ruscel, quand'è disceso al piè de le maligne piagge grige. 108 E io, che di mirare stava inteso, vidi genti fangose in quel pantano, ignude tutte, con sembiante offeso. 111 Queste si percotean non pur con mano, ma con la testa e col petto e coi piedi, troncandosi co' denti a brano a brano. 114 Lo buon maestro disse: "Figlio, or vedi l'anime di color cui vinse l'ira; e anche vo' che tu per certo credi 117 che sotto l'acqua è gente che sospira, e fanno pullular quest'acqua al summo, come l'occhio ti dice, u' che s'aggira. 120 Fitti nel li

prova di analisi del testo su Cavalcanti

Noi siam le triste penne isbigottite, le cesoiuzze e ‘l coltellin dolente (1), ch’avemo scritto dolorosamente quelle parole che vo’(2) avete udite. Or vi diciam perché noi siam partite E siam venute a voi qui di presente: la man che ci muovea dice che sente cose dubbiose nel core apparite; le quali hanno distrutto sì costui ed hannol posto sì presso a la morte ch’altro non è rimasto che sospiri. Or vi preghiam quanto possiam più forte Che non sdegniate di tenerci noi, tanto ch’un poco di pietà vi miri (3). COMPRENSIONE DEL TESTO 1.       Che cosa chiedono alla donna gli arnesi per la scrittura? 2.       Di chi è la man che ci muovea? ANALISI DEL TESTO 1.       Perché il poeta fa parlare direttamente i suoi strumenti per scrivere? 2.       Isolare e commentare brevemente le espressioni che esprimono dolore, riferendole alla poetica cavalcantiana 3.       Quale immagine di donna emerge dal sonetto? APPROFONDIMENTO Definire la c

L'altro Guido: bello cortese e attaccabrighe

Uno giovane gentile, figliuolo di messer Cavalcante Cavalcanti, nobile cavaliere, chiamato Guido, cortese e ardito ma sdegnoso e solitario e intento allo studio, nimico di messer Corso, avea più volte diliberato offenderlo. Messer Corso forte lo temea, perché lo conoscea di grande animo; e cercò d’assassinarlo, andando Guido in pellegrinaggio a San Iacopo; e non li venne fatto. Per che, tornato a Firenze e sentendolo, inanimò molti giovani contro a lui, i quali li promisono esser in suo aiuto. E essendo un dì a cavallo con alcuni da casa i Cerchi, con uno dardo in mano, spronò il cavallo contro a messer Corso, credendosi esser seguìto da’ Cerchi, per farli trascorrere nella briga: e trascorrendo il cavallo, lanciò il dardo, il quale andò in vano. Era quivi, con messer Corso, Simone suo figliuolo, forte e ardito giovane, e Cecchino de’ Bardi, e molti altri, con le spade; e corsogli dietro: ma non lo giugnendo, li gittarono de’ sassi; e dalle finestre gliene fur

Paolo e Francesca oggi

qui c'è una discussione che mi sembra interessante http://www.facebook.com/topic.php?uid=2220184372&topic=6431 questo articolo del giornalino del Liceo Segre rielabora la storia di Francesca e lo usa come spunto per parlare della vita di oggi "l'amore al tempo del liceo"

KALENDA MAYA – RIMBAUT DE VAQUEIRAS

KALENDA MAYA – RIMBAUT DE VAQUEIRAS Dedicata alla festa popolare che celebra il ritorno della primavera, Kalenda Maya è scritta in lingua d'oc, parlata nel XII secolo nella Francia del sud, la Provenza 1 Calendimaggio né foglie di faggio né canti di uccelli, né fiori di gladiolo mi sono graditi, 4 Proverei difficilmente gioia se mi separassi da voi mio Bel Cavaliere, nella disperazione, da quando non si rivolge da nessun altra parte il mio cuore né mi lascia andare via il mio desiderio, perché non desidera altro. I lusinghieri , lo so, sarebbero soddisfatti, mia donna, altrimenti non troverebbero pace. 1.2 o nobile e felice signora , finché io non abbia un rapido messaggero della vostra bella persona a raccontarmi nuovi piaceri porteranno Amore e gioia; 2 e mi reco da voi, vera donna, e lasciatemi schiacciare e colpire il geloso , prima che io parta da qui. Mia bella amica per Dio non sia che uno fuori per la gelosia mi derida a mio danno otterrebbe caro prezzo

Giovani e vecchi

Guido Guinizzelli Caro padre meo, de vostra laude non bisogna ch’alcun omo s’embarchi ché ’n vostra mente intrar vizio non aude, che for de sé vostro saver non l’archi. A ciascun reo sì la porta claude, che, sembr’, ha più via che Venezi’ ha Marchi; entr’ a’ Gaudenti ben vostr’ alma gaude, ch’al me’ parer li gaudii han sovralarchi. Prendete la canzon, la qual io porgo al saver vostro, che l’aguinchi e cimi, ch’a voi ciò solo com’ a mastr’ accorgo, ch’ell’ è congiunta certo a debel’ vimi: però mirate di lei ciascun borgo per vostra correzion lo vizio limi. Guittone d’Arezzo Figlio mio dilettoso, in faccia laude non con descrezion, sembrame, m’archi: lauda sua volonter non saggio l’aude, se tutto laudator giusto ben marchi; per che laudar me te non cor me laude, tutto che laude merti e laude marchi: laudando sparte bon de valor laude legge orrando di saggi e non di Marchi. Ma se che degno sia figlio m’acorgo, no amo certo guaire a•tte dicimi, ché

LA LIRICA CORTESE IN EUROPA

Trovatori, trovieri e minnesänger A partire dall'anno Mille la nascita delle nuove lingue nazionali favorì la produzione della poesia lirica. S i aprirono scuole e università, gli "Studia" medievali che favorirono lo scambio di cultura al di fuori di ambiti ecclesiastici e monastici. Mentre in Italia si sviluppò la civiltà dei Comuni, in Francia si allargò sempre più il concetto di corte: era come un'isola di civiltà e cultura, in cui si svolse una vita autonoma, slegata spesso dalle vicende politiche e dai conflitti religiosi, ispirata agli ideali di "cortesia" e della "cavalleria", fondata principalmente su un elegante cerimoniale, sull'omaggio galante, sul divertimento spensierato. L'atmosfera di questo mondo rifluì in quella produzione tipicamente cortigiana e aristocratica che è la lirica trovadorica.    Nella Francia meridionale, nelle regioni che avevano conosciuto la massima fioritura del canto gregoriano si originò l'

Medioevo e attualità? Rosa fresca aulentissima e il "Mistero buffo" di Dario Fo

«Mistero buffo» è certamente il più noto, in Italia e all'estero, tra gli spettacoli di Dario Fo, ed è anche il più significativo della sua ricerca originale sulle radici autentiche del teatro popolare. Il copione [...] è il canovaccio, già peraltro elaborato in forma drammaturgica, di un allestimento per definizione «aperto», ampiamente modificato e rinnovato sera per sera in quel grande gioco di improvvisazione che Fo sa creare nel contatto immediato con il pubblico e nella risposta diretta e fulminea alle sollecitazioni della quotidianità politica. Parole chiare: il Mistero buffo è uno spettacolo teatrale e Dario Fo è una autore. (non si vince il Nobel per la letteratura se si è solo attori) Eppure quanta confusione su quest'opera: In rete ho visto professori prendere per oro colato la spiegazione di Fo; altri ne ho visto altri scagliarsi contro il drammaturgo milanese accusandolo di essersi impropriamente improvvisato filologo (cioè studioso di testi antichi). In questo ch

Dante on line

Di Dante non è rimasto nessun autografo. Non solo non esiste il manoscritto originale della Commedia (che, probabilmente, nemmeno è mai esistito per l'opera completa) ma nemmeno quello delle sue opere latine o volgari, nemmeno di una sua lettera, di una firma che possa farlo identificare.  In compenso la Commedia ebbe una grandissima diffusione e, come testimonia Sacchetti, le prime cantiche ebbero diffusione capillare già quando Dante era in vita. Con i suoi quasi 800 manoscritti arrivati sino a noi la Commedia è seconda soltanto alla Bibbia. Tale diffusione fu resa possibile da un’ampia produzione di codici redatti da numerosi copisti, alcuni famosi, come ad esempio Giovanni Boccaccio, altri semplici lavoranti nelle botteghe che producevano manoscritti nel ’300 e nel ’400; questo, se da un lato ha facilitato la conoscenza dell’opera in tutta la penisola e oltre, dall’altro ha inevitabilmente portato alla rapida corruzione del testo, impedendo di risalire con sicurezza all’

Donna de Paradiso - la mater dolorosa

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Esercizio 2: analizzare un testo

soprattutto se parliamo di poesia, ci possono venire in aiuto gli studi di Jurij Lotman , semiologo russo del secondo Novecento, che ha scritto pagine di estrema chiarezza sulla natura delle poesie e sulle operazioni da fare per riuscire a capirle e spiegarle. secondo Lotman esistono due livelli nel linguaggio: -  livello linguistico (o primario) -  livello artistico Per capire e spiegare un testo letterario si devono analizzare entrambi i livelli. Per fare questo, che è il primo degli obiettivi della nostra programmazione, ci sarà utile ragionare su alcuni concetti. 1. violazione dell'attesa : la si ha quando un testo si sviluppa in modo imprevisto. Lotman asserisce che la poesia si fonda sul principio di " non preannunciabilità ";  poiché la poesia può unire, a liv. artistico, elementi non compatibili a liv. linguistico, è, per sua natura, imprevedibile. Sappiamo tutti che  la poesia non deve necessariamente rispettare tutte le regole grammaticali e tutti