Passa ai contenuti principali

Non so se su Wikipedia tutti i canti saranno trattati così. Comunque la presentazione del XXVI canto, il Canto di Ulisse è impeccabile.
Però sapere tutto, le note, le interpretazioni, le possibili redazione alternative del testo è poca cosa. In questo canto XXVI è il significato di secondo livello, l'archisema il messaggio insomma quello che conta.

E per trasmetterlo non basta la sapienza: serve un attore. (E poi bisogna leggere)



questa è invece la Lettura perfetta di Vittorio Gassman

Ulisse viene condannato per motivi sia politici che morali:
  • Insieme a Diomede, con l'inganno convinse Achille a guerreggiare contro i troiani, inducendolo ad abbandonare la sposa Deidamia, che morì di crepacuore;
  • Escogitò l'inganno del cavallo per conquistare Troia (Dante accetta la leggenda di Virgilio secondo cui i romani sono discendenti di Enea profugo di Troia);
  • Ulisse e Diomede rubarono alla città sconfitta il Palladio (statua di Atena), mostrando così il loro disprezzo per le cose sacre;
  • Rinunciò all'affetto paterno per il figlio, alla pietà filiale per il padre, all'amore doveroso per la moglie, semplicemente per inseguire sogni di avventura, al fine di "divenir del mondo esperto / e de li vizi umani e del valore"(XXVI, 97-99);

Ulisse è una specie di specchio negativo di Dante. Dal punto di vista della conoscenza, entrambi sono degli eroi, degli scopritori. Tuttavia Dante è, per così dire, un esploratore approvato da dio, mentre Ulisse è un temerario che osa imporre la propria volontà agli dèi. La presunzione umana rappresenta un inconcepibile sovvertimento dell'ordine dell'universo, e come tale è una forma di "follia". Infatti, l'aggettivo folle, Dante l'aveva riservato anche a se stesso, nel canto II
Perse la vita perché tentò una folle impresa, che mai nessuno aveva rischiato: quella di costeggiare l'Africa sino alla punta estrema. Ma Dio non lo punì con l'Inferno per la sua audacia, che lo stesso Dante ammira: Dante non è l’anti-Ulisse. Dante è un Ulisse cristianizzato che fa un viaggio non meno “folle” di quello dell'eroe greco. il folle volo del poeta toscano è la scrittura del libro stesso. che però egli vuol far risultare autorizzato da dio








Commenti

Post popolari in questo blog

Cosa vuol dire: "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus"

La soluzione, la dà lo stesso Umberto Eco nelle "Postille a Il nome della rosa ": «Bernardo varia sul tema dell' ubi sunt (da cui poi il mais où sont les neiges d'antan di François Villon ) salvo che Bernardo aggiunge al topos corrente (i grandi di un tempo, le città famose, le belle principesse, tutto svanisce nel nulla) l'idea che di tutte queste cose scomparse ci rimangono puri nomi». Quella di Eco è una spiegazione volutamente sintetica e alla fine si ha l'impressione di non aver capito bene il senso delle ultime parole di Adso. La soluzione, ovviamente la troviamo anche su wikipedia , ma è una soluzione troppo dettagliata e tecnica e alla fine si ha l'impressione di non aver capito niente delle senso delle parole di Adso. In questi casi la cosa migliore da fare è controllare la fonte. Pazienza se è in latino. Caesar et nudus es et prope nullus es; O ferus ille! Nunc ubi Marius atque Fabricius, inscius auri? Mors ubi nobilis et mem

Testo argomentativo sul Decameron

"“ Il Decameron fissa un livello stilistico tale per cui le novelle, ossia racconti realistici, diventano un puro intrattenimento, degno di un pubblico di aristocratici e di uomini colti" Composizione guidata: La tesi di Auerbach afferma due cose: che il Decameron era apprezzato da un pubblico colto e che per la prima volta un pubblico colto apprezzava il genere della novella (che è l’antesignana dei moderni romanzi). Per validare la tesi, in questo saggio ci si concentra su tre argomenti: 1) Lo stile 2) I narratari 3) L’atmosfera della cornice 1.1 Riguardo al livello stilistico si può dire che il Decameron è..: 1.2 Lo stile di Boccaccio è…… (si parla delle simmetrie nella struttura, ordine delle parole della frase… i periodi e si fanno esempi) 1.3 Il ruolo della prosa nel Trecento… (Era per specialisti. Fare esempi di opere in prosa: de Vulgari eloquentia, prosa scientifica o teologica in latino vista all’inizio dell’anno, libri di Stor

Dante nella “Commedia”: doppio ruolo, duplice scopo

Il testimone/autore che ha “visto”, “compreso” e rende lode e il pellegrino/personaggio che indica la “strada” percorrendola insieme al lettore. di Claudio Mengarelli  Nel periodo che segue la morte di Beatrice, Dante ha un “profondo smarrimento” che lo porta a riflettere sul senso della vita. Utilizza, quindi, la figura retorica dell’allegoria, con la quale un concetto viene evidenziato attraverso un'immagine che ne “sintetizza/illustra” il senso, per produrre un'opera in cui esprime le sue idee le sue riflessioni e la sua visione del mondo. Visualizza tutto questo come un viaggio di sette giorni, attraverso i tre Regni metafisici, a cui si rifà la teologia Cristiana, per inquadrare la vita ultraterrena, in attesa del Giudizio Universale: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Il suo è un viaggio di salvezza che conduce dall’oscurità alla luce, dallo smarrimento (la selva oscura), alla comprensione degli errori compiuti, dal male al bene, dalla bestialità dell’uomo (l