Passa ai contenuti principali

L'Europa feudale


Quando Carlo e poi Ludovico, Lotario e gli altri discendenti cinsero le corone imperiali non sciolsero gli antichi regni: Il Regno dei franchi era diviso in tre reami: Austrasia, Neustria, Borgogna a cui si aggiungeva l'Aquitania, da sempre regione autonoma. Poi c'era il il più prestigioso di tutti, il Regno d'Italia, i cui sovrani, da Teoderico a Napoleone, portavano sul capo la leggendaria corona ferrea. Carlo aveva strappato il Regno d'Italia ai Longobardi, ma esso mai sarà fuso con i Regni Franchi
Dunque l'Impero non fu concepito come una somma di regni ma come una realtà superiore che li univa, senza annullare le differenze etniche.

In questo quadro articolato i territori furono suddivisi in ca. 500 distretti: 
  • Contee, governate dai Conti, che in nome, del Re dovevano risolvere i problemi giudiziari, politici e amministrativi (dovevano tenere almeno tre placiti l'anno). Essi inoltre dovevano allestire e condurre l'esercito della contea. 
    Nel Regno d'Italia e in Francia la sede dei conti era generalmente una città, in Germania furono riuniti più villaggi e cantoni.
    Spesso già ai tempi di Carlo furono investiti dell'onore comitale i Vescovi.
  • Marche, governate dai Mangravi, funzionavano come le contee, ma essendo poste ai confini del Regno erano più grandi per avere eserciti più forti
  • Ducati, retti dai Duchi, erano contee che mantenevano il vecchio titolo longobardo. Erano diffusi soprattutto in Italia e il Baviera. 
  • Le terre demaniali ossia di proprietà  personale de re e della sua famiglia erano gestite dai Vassi dominici, che erano conti, abati e vescovi che governavano le terre di proprietà personale del re e accanto alla carica pubblica aggiungevano l'onore dell'omaggio vassallatico. 
Il sistema dell'omaggio vassallatico veniva replicato anche negli strati inferiori e presto al legame personale tra due persone si aggiunse la concessione di un elemento materiale detto Beneficium (o feudo): un conte poteva così concedere dei feudi a propri vassalli.Teoricamente i rapporti tra i conti e il sovrano erano esclusivamente personali. Alla morte di  uno dei due la Contea o il feudo veniva devoluta al Re e l'accordo andava ricontrattato. Nella prassi però contee e feudi vennero progressivamente considerati proprietà dei beneficiari.
Nell'877 Carlo il Calvo riconobbe l'ereditarietà dei Feudi maggiori, ma fu solo il primo passo. La Constitutio de Feudis del 1037 sancì l'ereditarietà dei feudi minori anche sul piano legale.



Commenti

Post popolari in questo blog

Cosa vuol dire: "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus"

La soluzione, la dà lo stesso Umberto Eco nelle "Postille a Il nome della rosa ": «Bernardo varia sul tema dell' ubi sunt (da cui poi il mais où sont les neiges d'antan di François Villon ) salvo che Bernardo aggiunge al topos corrente (i grandi di un tempo, le città famose, le belle principesse, tutto svanisce nel nulla) l'idea che di tutte queste cose scomparse ci rimangono puri nomi». Quella di Eco è una spiegazione volutamente sintetica e alla fine si ha l'impressione di non aver capito bene il senso delle ultime parole di Adso. La soluzione, ovviamente la troviamo anche su wikipedia , ma è una soluzione troppo dettagliata e tecnica e alla fine si ha l'impressione di non aver capito niente delle senso delle parole di Adso. In questi casi la cosa migliore da fare è controllare la fonte. Pazienza se è in latino. Caesar et nudus es et prope nullus es; O ferus ille! Nunc ubi Marius atque Fabricius, inscius auri? Mors ubi nobilis et mem...

Testo argomentativo sul Decameron

"“ Il Decameron fissa un livello stilistico tale per cui le novelle, ossia racconti realistici, diventano un puro intrattenimento, degno di un pubblico di aristocratici e di uomini colti" Composizione guidata: La tesi di Auerbach afferma due cose: che il Decameron era apprezzato da un pubblico colto e che per la prima volta un pubblico colto apprezzava il genere della novella (che è l’antesignana dei moderni romanzi). Per validare la tesi, in questo saggio ci si concentra su tre argomenti: 1) Lo stile 2) I narratari 3) L’atmosfera della cornice 1.1 Riguardo al livello stilistico si può dire che il Decameron è..: 1.2 Lo stile di Boccaccio è…… (si parla delle simmetrie nella struttura, ordine delle parole della frase… i periodi e si fanno esempi) 1.3 Il ruolo della prosa nel Trecento… (Era per specialisti. Fare esempi di opere in prosa: de Vulgari eloquentia, prosa scientifica o teologica in latino vista all’inizio dell’anno, libri di Stor...

Gerusalemme Liberata Canto VI - Erminia

vedi su torresani.edu  Erminia, fingendosi Clorinda di cui ha preso le armi, esce dalla città per recarsi all'accampamento cristiano. Consapevole dei pericoli che corre, chiede allo scudiero che l'accompagna di anticipare a Tancredi il suo arrivo. Mentre attende impaziente il ritorno del suo fedele, contempla il cielo stellato e le tende in cui vive il cavaliere da lei segretamente amato. Era la notte, e 'l suo stellato velo chiaro spiegava e senza nube alcuna, e già spargea rai luminosi e gelo di vive perle la sorgente luna. L'innamorata donna iva co 'l cielo le sue fiamme sfogando ad una ad una, e secretari del suo amore antico fea i muti campi e quel silenzio amico. Poi rimirando il campo ella dicea: - O belle a gli occhi miei tende latine! Aura spira da voi che mi ricrea e mi conforta pur che m'avicine; così a mia vita combattuta e rea qualche onesto riposo il Ciel destine, come in voi solo il cerco, e solo parmi che trovar pace io ...