C'è un'espressione, saeculum obscurum, che definisce il disastroso periodo della storia del Papato che va dall'880 al 1046 (cioè l'inizio della riforma gregoriana). C'è anche un francesismo che lo definisce bene: pornocratie. Il papato era ostaggio delle famiglie patrizie romane e molti dei papi eletti risultavano del tutto indegni del loro ruolo.
Sorge in questo contesto la leggenda della papessa Giovanna. È verità storica invece il terribile giudizio che fu emesso all'inizio di quest'epoca sul cadavere del defunto papa Formoso (891-896) noto come sinodo del cadavere. In questi anni il papato era ormai decaduto arrivando a sembrare un vescovato territoriale.
In questo caos ben venne l'imposizione degli imperatori e del Privilegium Othonis. ma a distanza di cento anni la Chiesa stessa cercava dall'interno di risollevare le proprie sorti, ad esempio con
la riforma di Cluny, o la Pataria.
La politica ecclesiastica di Ildebrando da Soana rivendicava l'indipendenza della Chiesa dall'Impero. Dopo la morte di Enrico III (1056) il c.d. partito della riforma approvò nuove regole che mettevano al riparo l'elezione papale sia dalle ingerenze dell'aristocrazia romana, sia da quelle dell'Impero.
Nel 1075 papa Gregorio VII redasse il Dictatus papae, nel cui testo rivendicò la superiorità dell'istituto pontificio su tutti i sovrani laici, imperatore incluso. Peccato che questo testo sia in latino. Così non ci si capisce nulla; purtroppo tocca noi (e a chi altri sennò) tradurcelo.
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