soprattutto se parliamo di poesia, ci possono venire in aiuto gli studi di Jurij Lotman, semiologo russo del secondo Novecento, che ha scritto pagine di estrema chiarezza sulla natura delle poesie e sulle operazioni da fare per riuscire a capirle e spiegarle.
secondo Lotman esistono due livelli nel linguaggio:
- livello linguistico (o primario)
- livello artistico
Per capire e spiegare un testo letterario si devono analizzare entrambi i livelli. Per fare questo, che è il primo degli obiettivi della nostra programmazione, ci sarà utile ragionare su alcuni concetti.
1. violazione dell'attesa: la si ha quando un testo si sviluppa in modo imprevisto. Lotman asserisce che la poesia si fonda sul principio di "non preannunciabilità"; poiché la poesia può unire, a liv. artistico, elementi non compatibili a liv. linguistico, è, per sua natura, imprevedibile. Sappiamo tutti che la poesia non deve necessariamente rispettare tutte le regole grammaticali e tutti i divieti della prosa. il perticolare ci sopno tre tipi di divieti che la poesia può non osservare:
a) divieti sintagmatici: può unire, in modo inedito, parole e concetti, ad esempio, coniando neologismi.
b) divieti sintattici: le cosiddette licenze poetiche.
c) divieti semantici: nelle analogie e nelle metafore si possono associare cose che la logica non metterebbe mai insieme.
Questi divieti vengono sostituiti da regole diverse, organizzate, secondo Lotman, in due classi: l'equivalenza e l'ordine.
Questi divieti vengono sostituiti da regole diverse, organizzate, secondo Lotman, in due classi: l'equivalenza e l'ordine.
2. equivalenza: è il concetto fondamentale per Lotman. L'equivalenza è un legame che si realizza due o più parti del testo poetico. La poesia, spesso, unisce elementi che a livello linguistico banale non hanno rapporto; l'equivalenza, infatti, si realizza e ha senso solo a livello artistico. Alla classe delle equivalenze appartengono:
a) ripetizioni fonologiche come le onomatopee (fru-fru), parole vuote di significato se separate dal contesto della poesia
b) ripetizioni ritmiche: innanzitutto il ritmo, ma, soprattutto, la rima. La rima (anche quella imperfetta, le assonanze etc...) crea una legame tra parole che costringe il lettore a ritornare sul primo termine della coppia e a reinterpretarlo.
c) metafore, tropi e, più o meno, tutte le così dette figure retoriche di significato (o metasememi) che uniscono, confrontano, rinnovano a volte mescolano i significati delle parole.un'equivalenza può legare tra loro non solo le parole, ma anche strofe, sequenze e ogni livello dell'architettura del testo. Analizzare una poesia, in fin dei conti, significa riuscire a vedere le equivalenze.
3. ordine: la prima differenza tra linguaggio naturale e poetico, spesso risiede nell'ordine insolito dei vocaboli, che, all'interno di un testo, pone in evidenza alcune parole, tematiche, strutture architettoniche. Il verso, il metro, le simmetrie e tutte le figure di ordine (o metatassi) dal chiasmo all'anadiplosi etc...
Riguardo al metro bisogna sempre tenere d'occhio la fine der verso e, se presente, la cesura
Il ricorrere di ogni tipo artificio retorico genera equivalenze, spesso significative, a livello della struttura del testo.
4. archisema: per definizione è l'elemento semantico comune, lo scopo della poesia, il messaggio, l'idea alla base del componimento. Lo si dovrebbe ottenere dall'intersezione delle unità di senso fondamentali.
Riguardo al metro bisogna sempre tenere d'occhio la fine der verso e, se presente, la cesura
Il ricorrere di ogni tipo artificio retorico genera equivalenze, spesso significative, a livello della struttura del testo.
4. archisema: per definizione è l'elemento semantico comune, lo scopo della poesia, il messaggio, l'idea alla base del componimento. Lo si dovrebbe ottenere dall'intersezione delle unità di senso fondamentali.
5. interpretazione: significa individuare tutte le equivalenze e riconoscere l'archisema, ma nessuna interpretazione può soddisfare la totalità dei significato del testo, perché c'è sempre qualcosa che rimane non visto, non letto (anche, perché talvolta alcune equivalenze ne escludono altre). Inutile lamentarsene, è una conseguenza dell polisemia del testo.
Commenti
Posta un commento