Passa ai contenuti principali

Lezione IV bis - Il tempo dell'uomo

SanMarcoMarzo1



C’è un ciclo di rilievi “di scuola antelamica” che al riguardo è esemplare, ed è quello che decora l’archivolto centrale del portale principale della Basilica di San Marco a Venezia. Le figure dei mesi, in particolare, sono meravigliose. Guardate Marzo, vestito a guerra e con i capelli al vento, o Febbraio, che si scalda al fuoco… La “scuola antelamica” produce qui una serie di rappresentazioni di livello eccelso, così belle da reggere il confronto con i migliori esiti della scultura romanica; ed è difficile dire in che cosa si differenziano, nella loro forma, queste figure, rispetto ai capitelli istoriati di Brioude o di Mozat. Eppure qualcosa manca, qualcosa se n’è andato via: dietro tutte queste sculture veneziane – e allo stesso modo dietro tutte le opere “di scuola antelamica” – non c’è più l’ansia della Fine e del nuovo Inizio che è la linfa vitale, l’energia prorompente, l’angoscia costante del tempo romanico. Un passo ancora, e nell’archivolto più esterno dello stesso portale, i “nuovi” scultori rappresenteranno i lavori tipici di Venezia: siamo già nel tempo che riprende a camminare, a contare sull’uomo, a credere nell’industriosità di un’intera città e nel progresso che viene.
Il film più bello del mondo è terminato. In sala c’è ancora pubblico che applaude, ma c’è già anche chi si avvia all’uscita, e al quotidiano riproporsi della vita. Che per bella che sia, non è profonda e magica come quella che ti aveva catturato, nella lunga pellicola del tempo romanico. 
SanMarcoPortaleCopertina


Commenti

Post popolari in questo blog

Cosa vuol dire: "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus"

La soluzione, la dà lo stesso Umberto Eco nelle "Postille a Il nome della rosa ": «Bernardo varia sul tema dell' ubi sunt (da cui poi il mais où sont les neiges d'antan di François Villon ) salvo che Bernardo aggiunge al topos corrente (i grandi di un tempo, le città famose, le belle principesse, tutto svanisce nel nulla) l'idea che di tutte queste cose scomparse ci rimangono puri nomi». Quella di Eco è una spiegazione volutamente sintetica e alla fine si ha l'impressione di non aver capito bene il senso delle ultime parole di Adso. La soluzione, ovviamente la troviamo anche su wikipedia , ma è una soluzione troppo dettagliata e tecnica e alla fine si ha l'impressione di non aver capito niente delle senso delle parole di Adso. In questi casi la cosa migliore da fare è controllare la fonte. Pazienza se è in latino. Caesar et nudus es et prope nullus es; O ferus ille! Nunc ubi Marius atque Fabricius, inscius auri? Mors ubi nobilis et mem...

Testo argomentativo sul Decameron

"“ Il Decameron fissa un livello stilistico tale per cui le novelle, ossia racconti realistici, diventano un puro intrattenimento, degno di un pubblico di aristocratici e di uomini colti" Composizione guidata: La tesi di Auerbach afferma due cose: che il Decameron era apprezzato da un pubblico colto e che per la prima volta un pubblico colto apprezzava il genere della novella (che è l’antesignana dei moderni romanzi). Per validare la tesi, in questo saggio ci si concentra su tre argomenti: 1) Lo stile 2) I narratari 3) L’atmosfera della cornice 1.1 Riguardo al livello stilistico si può dire che il Decameron è..: 1.2 Lo stile di Boccaccio è…… (si parla delle simmetrie nella struttura, ordine delle parole della frase… i periodi e si fanno esempi) 1.3 Il ruolo della prosa nel Trecento… (Era per specialisti. Fare esempi di opere in prosa: de Vulgari eloquentia, prosa scientifica o teologica in latino vista all’inizio dell’anno, libri di Stor...

Gerusalemme Liberata Canto VI - Erminia

vedi su torresani.edu  Erminia, fingendosi Clorinda di cui ha preso le armi, esce dalla città per recarsi all'accampamento cristiano. Consapevole dei pericoli che corre, chiede allo scudiero che l'accompagna di anticipare a Tancredi il suo arrivo. Mentre attende impaziente il ritorno del suo fedele, contempla il cielo stellato e le tende in cui vive il cavaliere da lei segretamente amato. Era la notte, e 'l suo stellato velo chiaro spiegava e senza nube alcuna, e già spargea rai luminosi e gelo di vive perle la sorgente luna. L'innamorata donna iva co 'l cielo le sue fiamme sfogando ad una ad una, e secretari del suo amore antico fea i muti campi e quel silenzio amico. Poi rimirando il campo ella dicea: - O belle a gli occhi miei tende latine! Aura spira da voi che mi ricrea e mi conforta pur che m'avicine; così a mia vita combattuta e rea qualche onesto riposo il Ciel destine, come in voi solo il cerco, e solo parmi che trovar pace io ...