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Visualizzazione dei post da dicembre, 2011

esercizio 3: trova la frottola

L'articolo proposto di seguito contiene alcune delle più sconcertanti "verità", o delle frottole più  sfacciate, nelle quali mi sono imbattuto quest'estate. Siccome, fino a prova contraria (così funziona la ricerca storica), anche l'ipotesi più strampalata può essere sostenuta, vi invito a esaminare l'articolo per vedere se quelle che a prima vista, sembrano fantasticherie insupportabili siano invece delle ipotesi scientifiche degne. Non fatevi influenzare dal pregiudizio negativo del vostro professore, ma cercate di analizzare in modo oggettivo  il contenuto dell'articolo. Come si fa:  1. si divide l'articolo in"sequenze": si esamina pezzo per pezzo il "pezzo" e si isolano le tesi. 2. si verifica come le tesi sono collegate tra loro.  3. si verifica quali argomentazioni (cioè quali spiegazioni) vengono portate per giustificare. la fase 4 è la più complicata: è quella nella quale si verifica l'attendibilità dell'ar

...a Filippo Argenti!

  Noi ricidemmo il cerchio a l'altra riva sovr'una fonte che bolle e riversa per un fossato che da lei deriva. 102 L'acqua era buia assai più che persa; e noi, in compagnia de l'onde bige, intrammo giù per una via diversa. 105 In la palude va c' ha nome Stige questo tristo ruscel, quand'è disceso al piè de le maligne piagge grige. 108 E io, che di mirare stava inteso, vidi genti fangose in quel pantano, ignude tutte, con sembiante offeso. 111 Queste si percotean non pur con mano, ma con la testa e col petto e coi piedi, troncandosi co' denti a brano a brano. 114 Lo buon maestro disse: "Figlio, or vedi l'anime di color cui vinse l'ira; e anche vo' che tu per certo credi 117 che sotto l'acqua è gente che sospira, e fanno pullular quest'acqua al summo, come l'occhio ti dice, u' che s'aggira. 120 Fitti nel li

prova di analisi del testo su Cavalcanti

Noi siam le triste penne isbigottite, le cesoiuzze e ‘l coltellin dolente (1), ch’avemo scritto dolorosamente quelle parole che vo’(2) avete udite. Or vi diciam perché noi siam partite E siam venute a voi qui di presente: la man che ci muovea dice che sente cose dubbiose nel core apparite; le quali hanno distrutto sì costui ed hannol posto sì presso a la morte ch’altro non è rimasto che sospiri. Or vi preghiam quanto possiam più forte Che non sdegniate di tenerci noi, tanto ch’un poco di pietà vi miri (3). COMPRENSIONE DEL TESTO 1.       Che cosa chiedono alla donna gli arnesi per la scrittura? 2.       Di chi è la man che ci muovea? ANALISI DEL TESTO 1.       Perché il poeta fa parlare direttamente i suoi strumenti per scrivere? 2.       Isolare e commentare brevemente le espressioni che esprimono dolore, riferendole alla poetica cavalcantiana 3.       Quale immagine di donna emerge dal sonetto? APPROFONDIMENTO Definire la c

L'altro Guido: bello cortese e attaccabrighe

Uno giovane gentile, figliuolo di messer Cavalcante Cavalcanti, nobile cavaliere, chiamato Guido, cortese e ardito ma sdegnoso e solitario e intento allo studio, nimico di messer Corso, avea più volte diliberato offenderlo. Messer Corso forte lo temea, perché lo conoscea di grande animo; e cercò d’assassinarlo, andando Guido in pellegrinaggio a San Iacopo; e non li venne fatto. Per che, tornato a Firenze e sentendolo, inanimò molti giovani contro a lui, i quali li promisono esser in suo aiuto. E essendo un dì a cavallo con alcuni da casa i Cerchi, con uno dardo in mano, spronò il cavallo contro a messer Corso, credendosi esser seguìto da’ Cerchi, per farli trascorrere nella briga: e trascorrendo il cavallo, lanciò il dardo, il quale andò in vano. Era quivi, con messer Corso, Simone suo figliuolo, forte e ardito giovane, e Cecchino de’ Bardi, e molti altri, con le spade; e corsogli dietro: ma non lo giugnendo, li gittarono de’ sassi; e dalle finestre gliene fur